NOI SIAMO CHIESA
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Comunicato stampa
Cardinali dai piccoli paesi della periferia della Chiesa. E ancora un severo messaggio ai vescovi italiani
Il portavoce nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Sono quindici i Cardinali nominati oggi da papa Francesco (oltre a cinque emeriti, esclusi dal Conclave). E’ naturalmente difficile avere informazioni e opinioni precise su vescovi che provengono da ogni parte del mondo. E’ però facile constatare che continua la linea del precedente Concistoro del 12 gennaio scorso che è stata quella di dare voce alla periferia della chiesa cattolica. E’ una linea di netta discontinuità con quella precedente di Benedetto XVI. Oggi papa Francesco non solo ha guardato alla periferia ma in particolare ha valorizzato vescovi di piccoli paesi o di paesi con scarsa presenza cattolica che non hanno mai avuto un Cardinale. E un messaggio importante di universalità in una Chiesa che si dice “cattolica” perché vuole annunciare il Vangelo ovunque. Non ci devono essere gerarchie come conseguenza dell’importanza e della storia delle singole diocesi. Due sono i vescovi africani (Addis Abeba e Capo verde), uno da Tonga e uno dalla Nuova Zelanda, tre dall’Asia ( Vietnam, Birmania, Thailandia), due dall’America centrale (Messico e Panama) e poi Montevideo, Lisbona e il nuovo Presidente della Conferenza episcopale spagnola Ricardo Blàzquez . In Spagna ciò significa forse la fine della triste gestione del Card. Rouco di Madrid? La nomina di Dominique Mamberti, Prefetto del Tribunale della Segnatura Apostolica e unico uomo di curia mi sembra difficilmente comprensibile.
Per quanto riguarda la situazione italiana il messaggio è chiaro: vengono ancora bocciati i ruiniani vescovi di Venezia e Torino, Francesco Moraglia e Cesare Nosiglia e il filoberlusconiano Rino Fisichella, Presidente dell’inutile Consiglio per la Nuova Evangelizzazione. La logica delle diocesi con il diritto ad avere il cardinale sembra archiviata e speriamo per sempre. Quella di Francesco Montenegro, vescovo di Agrigento e di Lampedusa, è una nomina molto importante perché riconosce l’impegno a favore dei migranti in una situazione di frontiera. E’ una specie di continuazione della visita del papa a Lampedusa del luglio 2013. Anche la nomina di Edoardo Menichelli, vescovo di Ancona, è la conseguenza di una scelta della persona aldifuori delle tradizionali logiche del sistema ecclesiastico. Con la nomina di Bassetti l’anno scorso e di Galantino a segretario della CEI e con queste due nomine io spero che il vertice e l’insieme dei vescovi italiani capiscano che, con il nuovo corso di papa Francesco, bisogna uscire dall’immobilismo e dal “fare finta di niente”. E’ questo che mi sembra stia invece avvenendo nella preparazione del Convegno nazionale della Chiesa italiana di Firenze del prossimo novembre”.
Roma, 4 gennaio 2015
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