Parolin vuole isolare Enzo Bianchi dalle tante realtà ecclesiali che lo invitano.
Un comportamento inaccettabile ed incomprensibile.
Il 13 maggio del’90 il Card. Parolin scrisse una lettera a fratel Enzo Bianchi ingiungendogli di troncare qualsiasi rapporto con Bose senza motivare in modo specifico, con fatti concreti e nomi, il motivo di un provvedimento così grave. A quanto si capisce si tratta di problemi legati alla gestione della comunità. Ma in questo “decreto singolare” non si trova alcun invito a fr. Bianchi a lasciare interventi di tipo pastorale o a scrivere o conferenze o altro di questo tipo.
Dopo un periodo difficile, fratel Enzo si è stabilito in un edificio vicino a Bose (cosa che non ci sembra opportuna) e ha ripreso a partecipare a numerosi incontri a tenere conferenze, e a scrivere articoli su tematiche ecclesiali. Egli è richiesto con frequenza poiché la sua area di opinione rimane molto vasta nel nostro paese .
Questo fatto è apparso inaccettabile al Card. Parolin che il 22 gennaio ha scritto, in via del tutto confidenziale, a tutti i vescovi italiani invitandoli a non dare più ospitalità a fr. Enzo , richiamandosi al provvedimento di due anni prima e anzi aggravandone i giudizi ma senza documentarli.
Ci pare che il Card. Parolin debba adeguatamente e pubblicamente motivare questo suo comportamento, che, allo stato attuale di quello che si sa, a noi sembra un grave intervento di emarginazione di Enzo Bianchi dalla comunità ecclesiale che ci sorprende molto e che ci sembra in diretta contraddizione con una Chiesa fraterna e in uscita. Questo intervento ha lasciato disorientati ed amareggiati i tanti che, nel nostro paese, hanno seguito l’esperienza monastica ed ecumenica di Bose.
Roma, 13 maggio 2022 NOI SIAMO CHIESA
Lascia un commento