Bisogna fermare immediatamente il
massacro di civili a Gaza.
E’ urgente un’iniziativa politico-diplomatica che interrompa la violenta
escalation del governo israeliano.
Va rotta l’inerzia dei governi occidentali e la marginalizzazione impotente
degli organismi internazionali che, di fatto, lasciano campo libero alle
operazioni militari israeliane.
Per queste ragioni abbiamo sottoscritto in tanti l’appello promosso
dall’Arci, Legambiente e le Acli sentendo fortemente l’urgenza e la necessità
di un appuntamento nazionale che desse voce e visibilità alla protesta contro
il massacro in corso.
Il 17 gennaio ci saranno due manifestazioni nazionali, ad Assisi e a Roma, per
fermare la strage di Gaza.
Si rompe così un’inerzia della società civile del nostro paese di fronte alla
tragedia in medio oriente: una tragedia che precipita nel massacro di oggi ma
che è iniziata molto tempo fa con Gaza ridotta alla fame, la costruzione del
muro, il lancio di razzi, la crescita degli opposti integralismi, la fine di
una speranza di pace.
Ma anche queste due manifestazioni sono il segno del ritardo del movimento per
la pace italiano che non ha permesso di costruire una grande iniziativa contro
la guerra: chiara negli obiettivi, limpida nelle parole, coraggiosa nel
denunciare tutte le responsabilità della guerra, anche le responsabilità
nostre, europee e occidentali.
Davanti alla spaventosa catastrofe umanitaria che colpisce Gaza e annichilisce
il mondo intero, è necessario costruire un cambiamento reale nelle pratiche,
nelle dinamiche e nelle parole d’ordine di tutte le forze che si battono contro
l’occupazione a Gaza e in Cisgiordania, per costruire una soluzione reale dei
conflitti in tutta l’area. Un cambiamento che sia in grado di andare oltre la
denuncia, la testimonianza, la solidarietà, e che sia capace di produrre
politica e diplomazia, di spostare le scelte dei governi e degli organismi
internazionali, di incidere sempre di più nelle coscienze. Non basta denunciare
il massacro ma è necessario costruire una proposta politica.
Di questo hanno bisogno gli uomini e le donne che si battono per la pace e per
il diritto al futuro in Israele, a Gaza e nei Territori Occupati.
Noi, che fra migliaia di altri, abbiamo sottoscritto l’appello "Non si
può rimanere a guardare!" crediamo sia utile far vivere anche nella
manifestazione di Roma le culture e le pratiche della tradizione del movimento
pacifista e nonviolento italiano in relazione con l’appuntamento di Assisi.
Vogliamo essere presenti con le nostre forme, le nostre proposte, con le
bandiere della pace e con la forza della nonviolenza. Proponiamo a tutti coloro
che scenderanno in piazza a Roma, fuori da logiche identitarie e unilaterali,
un luogo di espressione e di confronto, una presenza forte, ricca, visibile e
articolata.
Vogliamo manifestare con le donne e gli uomini palestinesi che vivono in
Italia, di cui abbiamo conosciuto negli anni l’intelligenza e la sensibilità,
l’apertura e l’amore per la democrazia e che troppe volte sono rimasti soli
nelle mobilitazioni di queste settimane e di questi ultimi anni. Vogliamo
essere a fianco di quanti in Israele e nelle comunità ebraiche di tutto il
mondo rifiutano la logica della guerra e dell’oppressione battendosi contro la
pazzia omicida del governo israeliano.
Il 17 gennaio vogliamo manifestare a Roma e ad Assisi per rilanciare
l’impegno contro il massacro e ribadire che un altro mondo è possibile.
Chiediamo pace, libertà e futuro per il popolo palestinese nella certezza che
solo così ci potrà esser pace, liberta e futuro per il popolo Israeliano.
Ricominciamo dal 17 gennaio per dire: DUE POPOLI: UNA PACE, UNA LIBERTA’, UN
FUTURO
Andrea Baglioni, Stefano Ciccone, Michele Citoni, Chiara Luti, Jones
Mannino, Marta Ragozzino, Giuseppe Reitano, Ettore Masina, Luciana Castellina,
Paolo Hutter, Maria Luisa Boccia, Marco Roncaccia, Alfio Nicotra, Giuseppe
Mura, Barbara Slamic, Chiara Giorgi, Clelia Mori, Giovanna Cogliati Dezza,
Edoardo Turi, Nuccio Iovene, Ciro Pesacane, Sergio Ferraris, Catia Papa,
Francesco Saita
per adesioni pergaza@libero.it
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