Tornano i preti “disobbedienti”. E tornano le sanzioni canoniche
Tratto da: Adista Notizie n° 35 del 15/10/2022
41238 LA SPEZIA-ADISTA. Fa tornare un po’ indietro nel tempo il caso di don Giulio Mignani: al periodo, cioè, in cui preti considerati “disobbedienti” venivano puniti dai loro vescovi e sostenuti dalle loro comunità, che manifestavano davanti alle chiese e alle curie vescovili per riavere il proprio parroco.
In questo caso a don Giulio, 52 anni, parroco di Santa Caterina Vergine e Martire a Bonassola, in provincia di La Spezia, è stata notificata la sospensione a divinis, ossia il divieto di celebrare i sacramenti, di fare catechesi, di predicare in pubblico. La notizia l’ha data il diretto interessato, il 3 ottobre scorso, con un messaggio che affisso sul portone della chiesa parrocchiale di Bonassola: «Buongiorno a tutti. È mio dovere comunicarvi che, a partire da oggi (lunedì 3 ottobre 2022), sono stato sospeso “a divinis”, sono stato cioè sospeso dal mio ministero. Vuol dire che rimango prete e non sono scomunicato, però non posso più realizzare alcuna celebrazione pubblica di sacramenti e sacramentali e non posso predicare. Per la Messa domenicale, provvisoriamente verrà un prete a sostituirmi, in attesa della nomina di un mio successore. Colgo l’occasione per ringraziare tutti per l’aiuto, l’affetto umano, la stima e la vicinanza che mi avete donato in questi anni! Con gratitudine e affetto, d. Giulio».
Il provvedimento è arrivato dopo mesi di tensioni con il vescovo di La Spezia, mons. Luigi Ernesto Palletti, che lo aveva già più volte richiamato verbalmente e a dicembre 2021 gli aveva anche intimato – con quello che tecnicamente si chiama decreto penale (ossia un richiamo scritto che precede una sanzione canonica) – di non pronunciarsi più pubblicamente contro il magistero ecclesiastico. Don Giulio infatti da tempo si batte a favore delle unioni gay e delle adozioni estese anche alle coppie omosessuali, e si è esposto nel dibattito pubblico anche sull’eutanasia e sull’aborto e sulla liberalizzazione della cannabis. «Don Giulio Mignani, – si legge in una nota di chiarimento della diocesi di La SpeziaSarzana-Brugnato – a seguito del ripetersi negli anni di una serie di sue esternazioni pubbliche non conformi al magistero della Chiesa, nel mese di dicembre 2021 era già stato richiamato dal vescovo con atto formale all’osservanza degli impegni pastorali e canonici liberamente assunti con la sacra ordinazione e con l’esercizio dell’ufficio di parroco, stabilendo che se ciò non fosse stato osservato sarebbe incorso, latae sententiae, nella sospensione dalla celebrazione pubblica dei sacramenti e sacramentali, e dalla predicazione. Purtroppo, don Giulio, negli ultimi mesi ha continuato a rilasciare ulteriori esternazioni e, pertanto, si è dovuti giungere a dichiarare che è incorso nella suddetta sospensione».
Tutto è nato dal clamore seguito all’iniziativa messa in atto da don Mignani in occasione della domenica delle Palme del 2021, quando aveva scelto di non benedire le palme come protesta per il responsum della Congregazione per la Dottrina della fede che aveva vietato la benedizione delle coppie gay. La stessa benedizione, o poco meno, che qualche settimana fa i vescovi fiamminghi hanno deciso di concedere (v. Adista Notizie n. 33/22). «Nella Chiesa si benedice di tutto, ma non l’amore vero tra omosessuali», dichiarò allora don Giulio.
Don Mignani aveva successivamente anche indetto – domenica 5 settembre 2021 nella piazza della chiesa di Bonassola – la “Giornata per il rispetto di ogni spiritualità”, sostenendo che «nessuna fede possiede verità assolute» e che ogni il testo sacro va contestualizzato e storicizzato. «Riteniamo importante riconoscere che i vari libri sacri come Bibbia, Torah, Corano non sono Parola di Dio in senso letterale, fonte di verità assoluta e inconfutabile – aveva scritto nella dichiarazione di intenti diffusa durante l’evento –; riteniamo invece fondamentale riconoscere che ogni testo sacro contiene certamente nelle proprie pagine valori universali che inducono armonia e spingono verso relazioni positive e fraterne. In tal senso anche tali fonti, al pari di altri testi “profani”, siano essi opere letterarie o espressioni di altri ambiti della creatività, possono dunque “contenere” la Parola di Dio, intendendo con quest’ultima espressione tutto ciò che aiuta gli esseri umani a vivere in relazione armoniosa con se stessi, con gli altri e con tutto ciò che esiste». Don Giulio aveva inoltre firmato, a dicembre 2021, anche la proposta di referendum sull’eutanasia organizzato proposto da Marco Cappato. «Abbiamo il dovere – aveva affermato in quell’occasione don Mignani – di riflettere senza tabù e pregiudizi sull’ipotesi di una legge che regolamenti l’eutanasia, ma non per svalutazione della vita, proprio al contrario: da un suo altissimo rispetto». E sull’aborto aveva spiegato: «Una scelta così importante deve essere presa dalle persone che ne sono protagoniste, non da altri. Quello che è chiaro è che negando il diritto all’aborto non si può lasciare le donne in mano a carnefici, e che alla sofferenza non si può aggiungere altra sofferenza».
Molti parrocchiani vicini a don Giulio non ci stanno e si sono schierati a difesa del prete sospeso a divinis. Così, già la sera stessa dell’annuncio del provvedimento del vescovo di La Spezia, è partita la mobilitazione: il comitato #iostoconDonGiulio si è dato appuntamento domenica 9 ottobre alle 12 sul piazzale della Chiesa di Bonassola per una manifestazione di «solidarietà, vicinanza, affetto e riconoscenza nei confronti di un Grande Uomo quale è Don Giulio, attento ai bisogni di tutti, intriso di grande senso di Libertà, Umanità e Rispetto», come si legge nell’invito alla partecipazione. Don Giulio, da parte sua, ha accolto con gratitudine l’impegno dei suoi parrocchiani. Aveva solo chiesto loro che la manifestazione che intendevano organizzare si svolgesse dopo la celebrazione della messa domenicale – che a Bonassola si tiene alle 11, ma che ora viene celebrata da un prete inviato dalla Curia – per consentire a chi volesse parteciparvi di farlo liberamente.
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