Ecumenismo. Aperta oggi la X Assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese
A Busan (Corea del sud) riuniti migliaia di cristiani da tutto il mondo
Roma (NEV), 30 ottobre 2013 – Con una festosa celebrazione ecumenica, cui hanno partecipato più di 5000 cristiani di diverse confessioni, si è aperta oggi a Busan (Corea del Sud) la X Assemblea generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). “Dio della vita, guidaci alla pace e alla giustizia”: questo il motto che guida i lavori aperti dalla relazione del segretario generale del CEC, il pastore luterano Olav Fykse Tveit, e che si protrarranno fino all’8 novembre. Tra i saluti pervenuti quelli di papa Francesco e del patriarca Bartolomeo I.
Convocate ogni sette anni le assemblee rappresentano la massima autorità di governo del CEC ed hanno il compito di definire le priorità di lavoro dell’organismo, valutare il lavoro delle commissioni, esprimere prese di posizione pubbliche su questioni di rilevanza per le chiese, eleggere le cariche esecutive. Ma rappresentano anche una straordinaria occasione di incontro e scambio per i partecipanti, siano essi delegati, ospiti, giornalisti o osservatori.
Questi i numeri: 1000 delegati in rappresentanza del 90% delle 345 chiese membro del CEC (anglicani, evangelici e ortodossi); 300 membri dello staff del CEC; 150 giovani steward da tutto il mondo; 1000 volontari coreani; 575 rappresentanti di chiese cristiane non membri del CEC tra cui numerosi ospiti cattolico romani; 1000 osservatori tra cui centinaia di giovani; 130 giornalisti accreditati della stampa internazionale e diverse centinaia di media-operator coreani; 180 tra studenti del Global ecumenical theological Inistitute (GETI) e del Korean ecumenical theological Institute.
Significativa la scelta di tenere la X Assemblea nella penisola coreana: è proprio da qui, più precisamente da Seoul, che con la Convocazione ecumenica del 1990 prese il via il processo conciliare “Pace, giustizia e salvaguardia del creato”. Non meno importante è anche il fatto che proprio quest’anno cade il sessantesimo anniversario della divisione della Penisola coreana in due stati: un’occasione per le chiese di tutto il mondo per esprimere la loro solidarietà alle chiese coreane che da decenni soffrono la separazione della loro terra, per la quale invocano una riunificazione. E poi, da non sottovalutare, il dato geopolitico riferito al più ampio continente asiatico, dove stanno emergendo nuove potenze economiche. “Sarà l’occasione per levare una voce al tempo stesso critica e piena di speranza per la definizione di un modello di sviluppo equo e solidale”, ha detto Tveit.
A sottolineare il dramma della separazione tra le due Coree il “Treno della pace” che dopo 22 giorni di viaggio, con partenza da Berlino, è entrato nella stazione di Busan con a bordo 120 partecipanti all’Assemblea del CEC provenienti da 16 paesi diversi. L’iniziativa, promossa dal Consiglio Nazionale delle chiese coreane, era tesa a sensibilizzare sulla situazione coreana le popolazioni dei territori europei ed asiatici attraversati dal convoglio. Mosca, Irkutsk, Pechino, e Dandong sul confine tra la Cina e la Corea del Nord, poi Incheon e Seoul: queste le tappe dei viaggiatori tra i 19 e i 77 anni, che erano simbolicamente partiti dalla capitale tedesca riunificata.
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