I protestanti nel mondo
contro la guerra
Roma, 30
marzo 1999 – I leader del Consiglio ecumenico delle
chiese
(CEC), della Conferenza delle chiese europee (KEK) e di due
"comunioni
ecclesiali" mondiali, quella luterana e quella riformata, si
sono
appellati al segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan,
chiedendo la
cessazione immediata dei bombardamenti NATO nella Repubblica
jugoslava.
"Le
scriviamo per esprimere la profonda preoccupazione per l’intervento
militare
della NATO nella Repubblica Federale della Jugoslavia", si legge
nella
lettera, diffusa ieri sera e firmata congiuntamente dal segretario
generale del
CEC Konrad Raiser, da Keith Clements, segretario generale
della KEK,
dal segretario della Federazione luterana mondiale (FLM),
Ishmael Noko
e dal segretario dell’Alleanza riformata mondiale (ARM) Milan
Opocensky.
"Le rivolgiamo il nostro appello affinché si intensifichino gli
sforzi delle
Nazioni Unite per perseguire una pace giusta e durevole nel
conflitto in
Kosovo".
"L’intervento
NATO in Jugoslavia – prosegue la lettera – manifesta
l’incapacità
della comunità internazionale di raggiungere una soluzione
credibile di
negoziato. Ogni giorno di bombardamento rende la soluzione più
distante e
incrementa i rischi di regionalizzazione del conflitto. Ci
appelliamo
per la cessazione immediata dell’intervento militare della NATO,
per
consentire una ripresa del processo politico sotto
gli auspici
delle Nazioni Unite".
I firmatari
della lettera affermano di essere in accordo con le
dichiarazioni
del patriarca Pavle, capo della Chiesa ortodossa serba, il
quale ha
sostenuto, in una dichiarazione del 25 marzo, che è possibile
raggiungere
una soluzione della crisi attraverso i negoziati: "
ortodossa
serba si appella alle autorità civili e militari della Serbia e
della
Jugoslavia per fare tutto il possibile per ristabilire la pace", ha
affermato il
patriarca Pavle. I firmatari sostengono inoltre la presa di
posizione di
vari leader religiosi del Kosovo, che hanno chiesto una
soluzione
nonviolenta del conflitto fondata su diritti garantiti per tutti
i gruppi
etnici.
A
conclusione della lettera si afferma l’importanza di una iniziativa
dell’ONU per
sbloccare l’attuale situazione, e si esprime l’impegno delle
chiese di
sostenere ogni iniziativa intrapresa dal segretario dell’ONU per
fermare
l’intervento militare e ricercare una soluzione non violenta del
conflitto in
corso.
(Comunicato
dell’Agenzia "Notizie Evangeliche " -NEV)
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