Pax Christi. Ricchiuti: la guerra si poteva evitare, sbagliato dare armi agli ucraini
Il vescovo Giovanni Ricchiuti – .
Serbia (1999), Afghanistan (2001), Iraq (2003), Libia (2011), Siria (2014): sono missioni Nato o a guida Usa, solo negli ultimi 20 anni, che hanno prodotto un incalcolabile numero di vittime civili e perdite materiali. Non dovremmo farci un esame di coscienza prima di dividere il mondo in buoni e cattivi?
Ho scritto nella dichiarazione dei giorni scorsi: «La condanna all’aggressione operata da Putin è totale. La guerra è sempre una tragedia. Ma non possiamo con questo dimenticare, o peggio ancora assolvere, la Nato (di cui l’Italia fa parte) dalle sue gravi responsabilità». Sono rimaste inascoltate le voci che in quegli anni – quelli che lei ha messo in fila – si erano alzate per denunciare quello che veniva compiuto. L’anno scorso per il 70° anniversario della nascita della Nato, ho scritto un articolo per fare gli auguri e dire: basta, ora cambiamo strada, perché la Nato com’era stata concepita non ha più ragione di esistere.
Come giudica il voler contribuire alla risoluzione del conflitto rifornendo l’Ucraina di armi?
L’Italia non poteva mandare le armi all’Ucraina, perché l’articolo 11 della Costituzione è fin troppo chiaro. Lo è anche la legge 185/90 – di cui don Tonino Bello fu uno dei suoi promotori – anche se il Consiglio dei ministri ha voluto sfruttare la possibilità che la legge prevede di una deroga, con l’assenso della Camere, per mandare armi a un Paese in guerra. Come uomo, come credente e come vescovo, non mi stancherò di dire questa è la strada sbagliata. Un consigliere regionale della Puglia, Fabiano Amati, ha definito nei giorni scorsi quelli che sostengono queste posizioni dei “pacefondai”. È un’espressione che lui usa con dileggio ma che accetto di buon grado.
A che cosa serve pregare per la pace? Molti credono sia solo un gesto simbolico, come il minuto di silenzio.
La preghiera prima di essere richiesta è ascolto. È il silenzio che permette di ascoltare Dio. Nel silenzio posso sentire la sua voce che dice: «Tu, non uccidere». «Rimetti la spada nel fodero». E «Beati i miti, perché erediteranno la terra». Prima l’ascolto e poi la richiesta: «Signore, per questo mondo ti chiedo la pace, la riconciliazione, la fraternità». E ricordiamo cosa dice Dio per bocca del profeta Geremia: «Conosco i progetti che ho fatto a vostro riguardo, progetti di pace e non di sventura, per concedervi un futuro pieno di speranza. Voi mi invocherete e ricorrerete a me e io vi esaudirò».
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