Sinodo. Il Sinodo accoglie la richiesta di perdono di papa Francesco
Una lettera aperta al pontefice: “iniziamo una nuova storia, posta sotto il perdono di Dio”
Roma (NEV), 2 settembre 2015 – Il Sinodo metodista e valdese “riceve con profondo rispetto, e non senza commozione, la richiesta di perdono da Lei rivolta”. Così esordisce la lettera aperta indirizzata a papa Francesco, approvata dai 180 deputati – pastori e laici – riunitisi a Torre Pellice dal 23 al 28 agosto scorsi. La missiva è la risposta da parte del massimo organo decisionale delle chiese valdesi e metodiste alle parole con le quali il pontefice, lo scorso 22 giugno nella sua visita alla chiesa valdese di Torino, aveva chiesto, “da parte della chiesa cattolica, perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi”. Un testo che esprime, in modo articolato e ragionato, un chiaro “sì” alle parole di pentimento del pontefice. Come ha confermato nel corso di una conferenza stampa il professor Fulvio Ferrario, decano della Facoltà valdese di teologia: è l’affermazione della volontà di “percorrere insieme una storia nuova, diversa da quella conflittuale del passato, posta sotto il perdono di Dio”. Di seguito il testo integrale della lettera.
“Caro fratello in Cristo Gesù,
il Sinodo della Chiesa Evangelica Valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi) riceve con profondo rispetto, e non senza commozione, la richiesta di perdono da Lei rivolta, a nome della sua Chiesa, per quelli che Lei ha definito «gli atteggiamenti non cristiani, persino non umani» assunti in passato nei confronti delle nostre madri e dei nostri padri nella fede evangelica.
Desideriamo in primo luogo unirci a Lei e alla Chiesa cattolica romana nella gratitudine a Dio, la cui fedeltà è più grande di ogni nostro peccato e le cui «compassioni non sono esaurite, ma si rinnovano ogni mattina» (Lamentazioni 3:22s.). Il dialogo fraterno che oggi conduciamo è dono della misericordia di Dio, che molte volte ha perdonato, e ancora perdona, la sua e la nostra Chiesa, invitandole al pentimento, alla conversione e a novità di vita, permettendo loro così di assumere ogni giorno di nuovo il compito di servirlo.
Accogliamo le Sue parole come ripudio non solo dalle tante iniquità compiute ma anche del modo di vivere la dottrina che le ha ispirate. Nella Sua richiesta di perdono cogliamo inoltre la chiara volontà di iniziare con la nostra Chiesa una storia nuova, diversa da quella che sta alle nostre spalle in vista di quella “diversità riconciliata” che ci consenta una testimonianza comune al nostro comune Signore Gesù Cristo. Le nostre Chiese sono disposte a cominciare a scrivere insieme questa storia, nuova anche per noi.
La nostra comune fede in Cristo ci rende fratelli nel Suo Nome, e questa fraternità noi già la sperimentiamo e viviamo in tante occasioni con sorelle e fratelli cattolici: è un grande dono che ci viene fatto e che speriamo possa essere condiviso da un numero crescente di membri delle due Chiese. Questa nuova situazione non ci autorizza però a sostituirci a quanti hanno pagato col sangue o con altri patimenti la loro testimonianza alla fede evangelica e perdonare al posto loro. La grazia di Dio, però, «è sovrabbondata, là dove il peccato è abbondato» (Romani 5,20), e questo noi crediamo e confessiamo, certi che Dio vorrà attuare questa sua parola anche nella costruzione di nuove relazioni tra le nostre Chiese, ispirata alla parola evangelica: “Ecco, io faccio ogni cosa nuova” (Apocalisse 21:5). La ricordiamo, caro fratello Francesco, nell’intercessione e Le chiediamo di pregare per noi, invocando su di Lei, sul Suo servizio e sulla Sua chiesa, la benedizione del nostro Dio”.
Il papa inoltre aveva fatto arrivare (come lo scorso anno) il suo “cordiale e fraterno saluto, quale segno della sua spirituale vicinanza” ai partecipanti al Sinodo.
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