Zenti, un vescovo imbarazzante
Agostino Mondin il 25 Maggio 2015
Domenica 24 maggio, chiesa di S. Nicolò in centro a Verona, le 11 e 30 circa. Si sta celebrando la messa e si è appena tenuta l’omelia. I frequentatori di S. Nicolò sono abituati bene, hanno i palati fini e le omelie dei due preti, don Marco Campedelli e don Roberto Vinco sono molto seguite ed apprezzate. Anche quella di domenica lo è stata ma questa volta a balzare maggiormente agli occhi è stato l’intervento irrituale arrivato subito al termine dell’omelia. Sul pulpito sale una suora comboniana che prendendo spunto dalla beatificazione di Monsignor Romero invita i fedeli presenti a non lasciare soli ed isolati i due preti di S. Nicolò e a dimostrare loro che non lo sono per davvero. La suora invita poi ad un applauso di solidarietà che si trasforma in una lunga standing ovation. Tutti in piedi ad applaudire per alcuni lunghissimi motivi. Da brividi.
Dopo l’invito del vescovo Zenti ad appoggiare la candidata leghista Lavarini, i due preti avevano rilasciato interviste, una delle quali a Rai 3 Veneto, con critiche molto pesanti nei confronti del vescovo di Verona, non nuovo a sdraiarsi sulle posizioni del celodurismo leghista.
Le critiche pare non siano state molto apprezzate in curia e così i due preti sono stati convocati dal vescovo nella giornata di venerdì 22.
Non dovrebbe essere difficile immaginare il tono dell’incontro. Da ciò l’invito a non lasciare soli quelli, che come i due preti di S. Nicolò, si ispirano maggiormente alle parole di papa Francesco che a quelle del vescovo di Verona.
L’allarme è stato lanciato e noi lo raccogliamo. Su don Marco Campedelli e don Roberto Vinco terremo i fari accesi e così pure li terremo accesi su questo mediocrissimo vescovo che Verona non si merita.
Due preti sotto tiro
(da L’Arena 27 maggio 2015)
La Chiesa non indichi candidati alle elezioni. Due preti escono allo scoperto non dicendosi d’accordo con il vescovo sul caso-Lavarini. Non si placano le polemiche sulla vicenda della lettera del vescovo Giuseppe Zenti agli insegnanti di religione, in cui raccomandava ai candidati alle regionali attenzione su poveri e scuole paritarie cattoliche. E poi sottolineava la candidatura al Consiglio regionale, per la lista Zaia presidente, di Monica Lavarini, in quanto condivide quei contenuti programmatici.
Nonostante il vescovo abbia detto nei giorni scorsi di aver stoppato la diffusione del testo — peraltro già letto da migliaia di persone — per evitare polemiche, e abbia chiesto scusa alla Chiesa veronese per quanto accaduto dicendosi pronto a sostenere candidati di altri partiti impegnati su quei temi, ieri due preti diocesani hanno preso una dura posizione. Sono don Roberto Vinco e don Marco Campedelli, coparroci di San Nicolò all’Arena, in centro. Entrambi di area teologicamente aperta. In politica si direbbero «progressisti». Hanno parlato a Rai 3 Veneto, che li ha intervistati sul tema all’uscita della messa, mandando poi in onda al telegiornale il contenuto.
Don Roberto Vinco, 69 anni, docente di filosofia allo Studio teologico San Zeno, dove studiano i seminaristi, e all’Istituto superiore di Scienze religiose San Pietro Martire, dove studiano i laici, non è andato per il sottile. «Sono prete da 45 anni e non è mai capitato che un vescovo intervenga nelle elezioni indicando un nome e un cognome di un candidato. Tanto più», ha aggiunto il prete, già insegnante di religione al liceo Maffei, «di un candidato che si presenta per Zaia, un uomo della Lega di Salvini, partito che dal punto di vista evangelico dice delle vere e proprie bestemmie. Un partito che vuole cacciare le persone, invece che accoglierle».
Ricordiamo peraltro che nei giorni scorsi, nonostante abbia ricevuto il plauso della Lega Nord di Verona per la sua presa di posizione sui temi elettorali, il vescovo Zenti ha detto che la Lega di Salvini dice cose «assurde, diaboliche». E la Lavarini, iscritta alla Lega a Pescantina, ha rivendicato di avere un’anima cattolica, moderata, liberale, dicendo che temi come la dignità della persona, il bene comune, la sussidiarietà e la solidarietà «trovano posto nella Lega, che ha molte anime. Ma per maggiore libertà mia e di chi vorrà votarmi», ha detto, «mi candido nella lista Zaia».
Don Marco Campedelli, 51 anni, successore di don Vinco come professore di religione al Maffei, noto per essere pure un maestro del teatro dei burattini che utilizza anche nella pastorale, insieme a don Roberto ha dichiarato a Rai 3: «Una vicenda come quella del vescovo Zenti risulta ancora di più stonata nel contesto di una Chiesa come quella che papa Francesco sta ridisegnando, nel suo stile culturale e pastorale». E ha aggiunto: «Il messaggio di papa Bergoglio è profetico, ha un forte senso politico nell’accezione più alta e coraggiosa: i diritti umani, la pace, la giustizia. Il papa argentino indica le strade non fa i nomi da votare. Non difende gli interessi di parte (come le scuole cattoliche) ma ha a cuore il bene comune. E per quanto riguarda il tema dei poveri — che il vescovo indica nell’espressione “sociale debole” — non c’è bisogno che lo raccomandi», ha concluso Campedelli, «perché lo vive con tale coerenza e trasparenza da diventare lui stesso con il suo corpo e la sua anima una provocazione evangelico-politica». Un altro scossone, dunque, per la Chiesa cattolica scaligera.
Enrico Giardini
Lettera di Paolo Ferrari al Vescovo di Verona
A mons. Giuseppe Zenti
Vescovo di Verona
Mi presento: mi chiamo Paolo Ferrari, sono medico di famiglia e da molti anni sono impegnato nelle Associazioni di Volontariato e nel servizio ai Benicomuni attraverso la politica. Sono stato consigliere comunale, assessore e vicesindaco a Castel d’Azzano e consigliere provinciale nella penultima legislatura prima dello “scioglimento” delle provincie. Sono sposato dal 1980 con una insegnante (impegnata e apprezzata) e sono padre di due giovani donne avviate nella difficile ricerca di un lavoro stabile.
La ragione del mio impegno (sono cresciuto e formato nell’Azione Cattolica degli anni del Concilio Vaticano 2°) non è genericamente quella di “fare del bene”, ma è strettamente legata alla mia fede nel Cristo che salva e chiede ad ogni uomo di farsi prossimo nella concretezza tutta “politica” delle scelte da compiersi liberamente nella quotidianità della vita. Così ho sempre fatto mie le cause e le lotte degli “ultimi” fino ad impegnarmi, come familiare, nel volontariato per l’Alzheimer e ad impegnare l’Ente Provincia nella ricerca della pace e della convivenza nonviolenta nella martoriata Terra Santa di Palestina con viaggi, iniziative nelle scuole, accoglienza di studenti israeliani e palestinesi, sostegno a volontari e progetti sul campo; tutto questo sempre nell’ottica di rafforzare le RETI e il PLURALISMO delle idee e dei contributi convinto che è la ricchezza delle DIFFERENZE a dare maggiore forza alla nostra, sempre perfettibile, testimonianza EVANGELICA.
Tutti sappiamo che la fede, per esprimersi in tutte le sue potenzialità nell’uomo e nella donna, ha bisogno di essere continuamente confrontata nella Comunità; per questo ho sempre cercato la comunione con Comunità Ecclesiali dove si approfondisse la Parola nella logica della testimonianza e della misericordiosa correzione reciproca. Frequentando la Scuoladelbenecomune e praticando la ricerca dei volti del Signore nelle rugose espressioni delle vittime di questo sistema economico, traggo la forza per continuare a testimoniare anche nei momenti in cui la vita in politica e nel sociale darebbe ragione a ben altre e ben più munite “forze di persuasione”.
Questo sono io, anche con i tanti miei non nascosti difetti; e sono candidato al Consiglio Regionale nella lista ” Ven[e]to nuovo” che sostiene la candidata alla Presidenza Moretti.
In coerenza con quanto recentemente espresso anche dal vescovo di Roma, papa Franceso, sostengo da sempre la irriducibile autonomia e indipendenza del “LAICATO” nella formulazione del proprio impegno politico-sociale assumendosene tutte le responsabilità senza tutele o “paracudute”; quello che le chiedo , a lei che è il successore di San Zeno, è di proporre ai cristiani veronesi impegnati in politica riflessioni e comportamenti in linea con la fede proclamata e attenzione e valorizzazione della molteplicità dei Carismi che lo Spirito ci infonde continuamente e imprevedibilmente.
Solo così, mi pare, si può perseguire l’ideale delle prime comunità cristiane nelle quali i credenti avevano “un cuore solo ed un’anima sola” e diventare, anche noi politici divisi su molte delle soluzioni pratiche, MISSIONARI nel senso voluto da papa francesco nella “Evangelii gaudium”.
Nei suoi interventi a favore di una candidata della lista Zaia-Lega non ho trovato quella attenzione al sacro pluralismo delle scelte laicali cui tanto ha tenuto il Concilio Vaticano II°;
la comunità deve essere una ma con al suo interno diversi carismi e impegni pluralistici svolti con la massima coerenza al dettame della propria coscienza, da ciascuno nel proprio specifico ambito. L’impegno in un partito o in una lista deve tenere conto della complessità delle posizioni e delle scelte concrete soprattutto del candidato Presidente; già si è parlato della posizione poco “evangelica” della Lega e di Zaia sugli immigrati e i richiedenti asilo; ma che dire della vicenda dell’”emporio” su cui tanto si è impegnata la Caritas? Non ho visto consiglieri comunali della maggioranza battersi per aprire questo necessario presidio per le famiglie povere; e che dire dei milioni spesi in futilità (vedi Ufficio Stampa del Comune di Verona o la Sponsorizzazione molto onerosa di una squadra di calcio), come se a verona non ci fossero allarmi sociali che richiederebbero investimenti immediati? E il prospettato sviluppo della città attorno e in servizio dei nuovi “Templi pagani” del consumismo, gli ipermercati ? E sulla questione morale non è forse proprio la parte inopportunamente da lei “raccomandata” ad aver portato la città al livello di guardia con l’arresto del vicesindaco, l’inchiesta si parentopoli, le vicende Agec e i tanti scandali che la stampa riporta ogni giorno?
La sua presa di posizione mi ha offeso, e penso con me ha offeso tanti cristiani che fanno servizio ai Benicomuni tramite la politica in modo onesto spinti dalla loro fede e dalla necessità missionaria di testimoniarla. Per questo mi permetto di ricordarle quel passo della “Evangelii gaudium” in cui si dice che “il vescovo…… in alcune circostanze dovrà camminare dietro al popolo,,,,,,,,,,perché il gregge stesso possiede un olfatto per individuare nuove strade”.
Assicurandole la mia semplice, convinta e condivisa preghiera per la delicata missione che le aspetta, le porgo i saluti più cordiali.
Paolo Ferrari
Verona 20 maggio 2005
Lascia un commento