Padre Pio, religiosità popolare e papa Francesco
Dunque ci siamo: come previsto, la salma di Padre Pio verrà per la prima volta traslata da San Giovanni Rotondo a Roma. E’ questo uno degli eventi più importanti dell’anno santo voluto dal papa e intitolato alla misericordia. Come interpretarlo? Come è possibile che il “papa rivoluzionario” presunto tifoso dell’incontro felice tra la Chiesa e la modernità descritto e idolatrato da tanti commentatori abbia deciso di incoraggiare una delle forme più tradizionali, retrive e decisamente macabre della religiosità popolare tradizionale? Come è possibile che colui che, sempre secondo molti ammiratori progressisti, avrebbe in animo di recuperare appieno lo spirito del Concilio Vaticano II ponga al centro dell’Anno Santo un uomo come Padre Pio che il papa del Concilio, Giovanni XXIII, guardava da lontano con una diffidenza enorme. Come è infatti ampiamente noto, in alcuni suoi foglietti personali pubblicati dallo storico Sergio Luzzato, papa Roncalli parlava del fenomeno Padre Pio come di una “dolorosa e vastissima infatuazione religiosa”, un disastro di anime, diabolicamente preparato” e rivelava di pregare misericordiosamente per l’anima del frate che “pur si deve salvare”.
Il punto è che in tanti, troppi, quasi tutti tra i commentatori, tirano ogni giorno il papa per la giacchetta, cercando di arruolarlo, di volta in volta, tra le proprie schiere, di metterlo al servizio del proprio progetto ecclesiale, di sintonizzarlo con la propria spiritualità. Giudicando la situazione dall’esterno, la verità a me sembra un’altra: certo, questo pontefice, a differenza dei precedenti, desidera che la Chiesa sia un luogo ospitale per tutti, reazionari e progressisti. Francesco non si farebbe mai sostenitore di iniziative di censura di questa o quella corrente ecclesiale. Insomma non pare proprio disposto ad agire, casomai nella direzione opposta, come Giovanni Paolo con i teologi della liberazione, e cioè a censurare o a mettere al bando alcuno. Per lui la Chiesa dev’essere un luogo dove convivono le differenze, dove albergano diverse e talvolta anche opposte sensibilità. Nessuno viene allontanato e tutti vengono accolti. Come insegna eloquentemente la metafora dell’ospedale da campo.
Detto questo, la sua personalissima visione della Chiesa e del cattolicesimo va in una direzione che io penso si possa definire populista. Il papa è infatti certamente, da un lato, indignato per le spaventose e crescenti diseguaglianze economiche globali, anche se non predica certo l’insurrezione rivoluzionaria, né ci ha mai indicato come poter fuoriuscire concretamente e praticamente dalla soggezione verso il pensiero unico liberista. Alla preoccupazione per le condizioni di vita dei più poveri tra gli abitanti della terra, il papa affianca una certa simpatia per i sistemi di credenze più popolari tra questi ceti. Credenze che il papa non fa mostra di voler in alcun modo modificare. Non ho purtroppo a disposizione dei dati affidabili sui pellegrini che si recano a San Giovanni Rotondo, ma credo che si possa dire che Padre Pio è tutto fuorché un “santo borghese”. Sarà certamente amato anche da molte persone colte e appartenenti ai ceti agiati, ma il santo di Pietralcina era un uomo semplice, privo di una cultura raffinata, impulsivo e sanguigno: insomma un uomo del popolo. Che con molta parte del popolo del suo tempo condivideva la fiducia irrazionale in quel mondo incantato e ai confini della superstizione delle guarigioni miracolose, delle conversioni istantanee, delle stimmate, del soprannaturale che si fa visibile, degli angeli in lotta con i demoni, eccetera. Un universo simbolico decisamente poco illuminista, intriso di pensiero magico ed eredità piuttosto viva di un mondo premoderno che fatica ancora oggi a scomparire. Un mondo, genericamente non proprio simpatetico verso l’individualismo moderno e i diritti delle coppie omosessuali, che poi alimenta, e non poco, la partecipazione popolare ai Family Day e la resistenza culturale al cambiamento sociale e alla diffusione di una mentalità egualitaria. A questo proposito, può sicuramente darsi che il papa abbia, come molti sostengono, disapprovato i toni alti e lo stile radicalmente oppositivo del Family Day, ma certamente non sembra lontano e insensibile ai valori (una religiosità tradizionale basata essenzialmente sulla devozione e la preghiera) che stanno tanto a cuore a moltissimo dei partecipanti a quell’evento. Tutti costoro da oggi avranno la possibilità, grazie a Francesco, di ammirare le spoglie di Padre Pio nella Città Santa del cattolicesimo mondiale.
(da “Il Fatto quotidiano”, 4 febbraio 2016) Marco Marzano
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