Francesco e i nostalgici
di Giovanni Bianchi 7 gennaio 2015
L’articolo di Vittorio Messori comparso sul “Corriere della sera” del 24 dicembre è indicativo di un clima che si sta creando, a maggior ragione se si pensa che l’autore ha ammesso di averlo scritto su sollecitazione di altri: escludendo che questi “altri” siano la direzione del Corriere (che ha comunque la gravissima responsabilità di aver pubblicato simile spazzatura) è da pensare che i committenti di Messori siano in certe alte sfere vaticane o della CEI che poco amano papa Francesco e le sue scelte pastorali e dottrinarie. Da questo punto di vista lo scrittore torinese è pienamente rappresentativo di che cosa sia stato il mainstream di certo cattolicesimo negli ultimi quarant’anni, con i suoi libercoli pieni di sangue di San Gennaro, lacrime della Madonna, gambe tagliate e ricresciute e tutto il ciarpame devozionistico che serve ad alimentare la più crassa superstizione spacciandola per religiosità popolare, facendone una delle armi più potenti per il progetto restauratore ed anticonciliare che è in corso da diversi anni. Messori si è presentato sempre come il confidente degli ultimi due Pontefici: Francesco invece lo ignora, e questo punge la sua vanità offesa spingendolo a scrivere un articolo come quello della Vigilia che nel suo dire e non dire ha tutta l’apparenza di un avvertimento trasversale scritto oltretutto per conto terzi. Mai come adesso coloro che hanno a cuore la causa del Vangelo di Gesù debbono prendere atto del dono straordinario che lo Spirito ha fatto alla Sua Chiesa con questo Papa, e debbono difenderlo e sostenerlo contro gli eredi moderni degli scribi e dei farisei che nella Chiesa non vedono la comunità dei credenti in Cristo ma uno strumento di potere e di guadagno personali. Uno dei motivi per cui Papa Francesco piace poco a certa gente è precisamente quello che lui non appartiene ad alcuna cricca, o famiglia, o corrente. Appartiene solo alla Chiesa. Lontana da lui la logica dei “circuli minores”, o se si vuole dei “cerchi magici” che furoreggiava nei due Pontificati immediatamente precedenti. L’uomo spiazza. Basta guardare le nomine cardinalizie odierne, ed in particolare quelle italiane, per i nomi che ci sono e per quelli che non ci sono, e che invece in nome dei “cerchi” di cui sopra avrebbero dovuto esserci. E volete che gli stia simpatico, uno così, a quelli che hanno fatto brillanti carriere ecclesiali o para-ecclesiali solo grazie alle cricche? Per fortuna Francesco segue un’altra logica: quella del Vangelo, semplicemente. –
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