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Noi Siamo Chiesa

Sezione italiana del movimento internazionale “We Are Church” per la riforma della Chiesa cattolica

Proposta di sostituzione dell’attuale Insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica con la Storia delle religioni

Alla c. a. del cardinale
          MATTEO ZUPPI
  Presidente della CEI
OGGETTO:  Proposta di sostituzione dell’attuale Insegnamento della religione
cattolica nella scuola pubblica con la Storia delle religioni
Gentile arcivescovo,
all’inizio di gennaio 2024 Lei, in qualità di Presidente della
Conferenza episcopale italiana, ha sottoscritto un nuovo accordo col ministro
dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, sul concorso per l’immissione in ruolo di 6.400
docenti di religione. È ovvio, sul piano contrattuale, che le/gli insegnanti precarie/i
debbano essere stabilizzate/i, comprese/i quelle/i di religione. Tuttavia, la condizione
delle/gli insegnanti di religione risulta profondamente anomala perché la loro nomina
è legata alla “certificazione dell’idoneità diocesana all’insegnamento della Religione
cattolica, rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente“.
Ciò ripropone l’annosa questione dell’insegnamento della religione nella scuola
pubblica italiana.
Secondo gli studi del maggiore specialista italiano in materia, il padre lasalliano
Flavio Pajer, in Europa si hanno quattro modalità di insegnamento della religione
nella scuola pubblica:
a) l’insegnamento mono-confessionale (come in Italia);
b) l’insegnamento pluri-confessionale;
c) l’insegnamento laico di Storia delle religioni, con l’alternativa dell’Etica razionale;
d) l’assenza dell’insegnamento della Religione, inserito nelle altre discipline
curricolari.
Il caso italiano è quello più problematico: insegnamento confessionale della
“religione cattolica” (per inciso, la religione cattolica non esiste: esiste la religione
cristiana, con diverse confessioni, tra cui quella cattolica). Una situazione
inaccettabile per Noi Siamo Chiesa, perché in contrasto con la laicità dello Stato
(intesa, secondo la sentenza della Corte costituzionale n. 203/1989, come “garanzia
della salvaguardia della libertà di religione in regime di pluralismo confessionale e
culturale”), dovuta al Concordato del 1929 e alla sua modifica del 1984 (Intese 1985,
1990, 2012 e 2024), e inadeguata per una società laica, plurietnica, multiculturale e
plurireligiosa, in quanto configura un’evidente posizione di privilegio della Chiesa
cattolica nei confronti delle altre Chiese e delle altre fedi e non si caratterizza per
l’incontro con la diversità e il dialogo con l’altra/o.
Si tratta invece di promuovere un nuovo insegnamento della religione nella scuola
pubblica posto su basi scientifiche (fondamento epistemologico dell’identità
disciplinare) e orientato nella migliore prospettiva europea, come Storia delle
religioni. Questa proposta si fonda su e trae legittimità dai principi costituzionali
della libertà di coscienza (art. 19 nel combinato disposto con gli art. 21, 3 e 2) e di
insegnamento (art. 33), i quali implicano il pieno riconoscimento della laicità dello
Stato in accordo con le altre confessioni cristiane e con le altre religioni, come
condizione per porre rimedio al crescente analfabetismo religioso, che ostacola la
comprensione della storia della cultura umana.
In estrema sintesi, Noi Siamo Chiesa propone un’alternativa per il futuro, consistente
in:
a) insegnamento scientifico di Storia delle religioni” obbligatorio;
b) programmi di insegnamento fissati dallo Stato, come per tutte le altre discipline
(l’attuale Irc è una “materia”, non una “disciplina”, perché priva di uno statuto
epistemologico in quanto insegnamento a base confessionale);
c) possibile abbinamento con un’altra disciplina, quando ci siano le condizioni:
possesso di doppia laurea (ad esempio, Religione e Letteratura, Religione e Scienze,
Religione e Filosofia, Religione e Storia, ecc.), modello tedesco (con conseguente
superamento della tradizionale e pedagogicamente inefficace “ora di religione”);
d) stato giuridico delle/i docenti: insegnanti nominate/i dallo Stato, come previsto
dall’art.97 della Costituzione (accesso agli impieghi pubblici tramite concorso coi
soli requisiti di professionalità e competenza richiesti per qualunque altra disciplina,
cioè indipendentemente dalle personali convinzioni filosofiche, ideologiche o
religiose, dallo stato civile e dall’orientamento sessuale, in base all’art 3 della
Costituzione);
e) eliminazione della certificazione dell’idoneità diocesana (sottrazione della nomina
delle/gli insegnanti all’autorità del vescovo/ordinario, che può negarla, per es., in caso
di dissenso verso alcuni aspetti del magistero, posizioni politiche sgradite, divorzio o
coming out);
f) formazione delle/gli insegnanti: reintroduzione dell’insegnamento della teologia (o
sostituzione con le scienze religiose) nelle Università, abolito nel 1873, senza
eliminare gli Istituti superiori di Scienze religiose istituiti dalla Chiesa.
È dunque tempo che la Chiesa italiana – ispirandosi al n. 76 della Gaudium et Spes
dove si afferma che “la Chiesa […] non pone la sua speranza nei privilegi offertigli
dall’autorità civile.  Anzi, essa rinunzierà all’esercizio di certi diritti legittimamente
acquisiti, ove constatasse che il loro uso può far dubitare della sincerità della sua
testimonianza” – abbandoni ogni nostalgia neocostantiniana e mostri lungimiranza,
superando un sistema che baratta il controllo di una sorta di “enclave” all’interno
della scuola pubblica in cambio dell’accettazione dell’ignoranza religiosa radicata nel
principio di facoltatività.
Sperando che questa nostra lettera possa rilanciare il dibattito su questi temi anche
all’interno del Cammino sinodale delle Chiese in Italia in vista di un cambiamento
all’insegna della libertà del Vangelo, le porgiamo i nostri più fraterni e sororali saluti.
Coordinamento nazionale
Noi Siamo Chiesa
7 febbraio 2024
conclusione della Settimana Mondiale dell’Armonia Interreligiosa

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