24.02.2011
Questa "rivoluzione" è anche la nostra!
Ora basta. Invitiamo tutti i cittadini ad
esporre la bandiera della pace al balcone di casa in segno di solidarietà con i giovani e i popoli in lotta per la dignità, i diritti umani, la libertà, la democrazia e lo stato di diritto nel mondo arabo.
“E’ indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione,…” (Dichiarazione Universale dei Diritti Umani)
“Tutti hanno il diritto, individualmente
Ora basta. Basta con il silenzio e le connivenze. Basta con il cinismo, con la stupidità, la miopia, l’indifferenza.
L’Italia deve intervenire, senza ulteriori esitazioni, per fermare la brutale repressione delle manifestazioni in Libia e negli altri paesi del nord Africa e del Golfo. Allo stesso tempo l’Italia deve agire in seno all’Europa, al sistema delle Nazioni Unite e alle altre istituzioni internazionali democratiche all’insegna della ferma difesa dei diritti umani, del dovere di proteggere, di assistere e di accogliere le vittime della repressione. Le norme giuridiche non devono essere soltanto scritte ma effettivamente applicate.
Basta con i proclami ansiogeni da “stato di emergenza”. Basta con la diffusione di paure, paranoie, allarmi e minacce. Basta con il pessimismo e il catastrofismo politico.
Questa “rivoluzione” è anche
Per questo l’Italia e l’Europa devono avere il coraggio di rompere con un passato fatto di sfruttamento, traffici leciti e illeciti, complicità con re, monarchi e dittatori, ingiustizie, violazioni dei diritti umani e silenzi interessati. Ostinarsi a fare come si è fatto sin’ora non è solo ingiusto ma anche impraticabile, miope e fallimentare. Un grande errore strategico.
L’Italia e l’Europa devono avere il coraggio di guardare al futuro e mobilitare ogni risorsa disponibile a sostegno dei cambiamenti in corso. Oltre alla propaganda isterica sulla “minaccia islamica" e sull’"Occidente satanico", oltre alla teoria dello scontro di civiltà, oltre alla vecchia logica delle armi e del muro contro muro, noi sappiamo che un altro futuro è possibile. L’Italia e l’Europa devono dare avvio immediato ad un radicale ripensamento delle relazioni con i paesi del nordafrica e in particolare con quelli in via di democratizzazione. E devono investire, con creatività e determinazione, per fare del Mediterraneo un vero mare della pace, della solidarietà, dell’incontro fertile tra persone e culture diverse, del dialogo tra le grandi religioni, della sicurezza comune e dello sviluppo umano per tutti.
Il nostro destino non sarà diverso da quello dei popoli del Mediterraneo. O ci impegniamo a progettare insieme delle condizioni di vita migliori per tutti o non ci sarà pace per nessuno.
Spetta a noi di investire sulla costruzione di un Mediterraneo che può diventare il cuore “dell’edificazione della storia nuova del mondo”(Giorgio La Pira).
Invitiamo tutti i cittadini, i gruppi, le associazioni, gli enti locali, le organizzazioni laiche e religiose, solidali con
Chiediamo insieme:
1. una
2. l’immediato invio di osservatori internazionali (International Human Rights Monitors) e delle agenzie umanitarie nei paesi interessati dalle rivendicazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea;
3. il riconoscimento dei bisogni umanitari e del diritto all’accoglienza di tutti coloro che fuggono dalle violenze, dalle minacce e dalle altre violazioni dei diritti umani in atto nel mediterraneo;
4. il blocco della vendita delle armi e la sospensione di ogni forma di cooperazione militare con tutti i paesi che non rispettano il diritto di manifestare liberamente e pacificamente;
5. l’adozione tempestiva delle necessarie misure di assistenza umanitaria alle popolazioni sottoposte a deprivazioni dei diritti non soltanto civili e politici ma anche economici e sociali;
6. l’apertura di una inchiesta internazionale dell’Onu tesa a individuare, processare e punire i responsabili delle uccisioni e delle violenze contro i civili;
7. l’immediata convocazione dell’Assemblea Parlamentare Euromediterranea;
8. l’immediata definizione di un piano nazionale ed europeo di promozione della cooperazione e del dialogo tra la società civile, le organizzazioni e le culture, delle due sponde del Mediterraneo.
Facciamo appello alle organizzazioni e ai movimenti di società civile europea affinché attivino tutti le iniziative di
Facciamo appello agli enti locali e alle Regioni perché, sull’esempio di Giorgio La Pira, diano vita ad una nuova stagione di diplomazia delle città basata sull’incontro, il dialogo, lo scambio e la cooperazione tra i popoli dell’Europa e del Mediterraneo.
Tavola della pace, Acli, Agesci, Arci, Cgil, Cisl, “Noi Siamo Chiesa”, Articolo 21, Libera–Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, Cipsi, Cnca, Udu-Unione degli Universitari, Emmaus
Le adesioni vanno inviate alla
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